Allarme rosso! Il cioccolato potrebbe estinguersi entro il 2050!
Proprio così, uno dei cibi più amati del mondo, che unisce culture dall'est all'ovest, dal nord al sud, potrebbe sparire dalle nostre tavole.
Alcune ricerche hanno dimostrato, infatti, che l'innalzamento della temperatura globale sta causando un rallentamento nella crescita delle piante di cacao e questo renderebbe il 2050 l'anno dell'ultimo raccolto.
Per scongiurare quest'incubo, gli scienziati, sovvenzionati dal settore cioccolatiero, si stanno impegnando per proteggere alcune piantagioni e permetterne la riproduzione.
Le colture di cacao si sviluppano solamente in condizioni uniche che riguardano sia il suolo sia il livello di umidità, che deve rimanere sempre stabile tra il 70 e il 100%. Per questo motivo, i più grandi paesi produttori sono la Costa d'Avorio ed il Ghana, le cui coltivazioni intensive supportano almeno il 50% del consumo mondiale di cioccolato. Ad oggi, però, le piante non riescono a sopravvivere a causa dell'innalzamento della temperatura, e conseguentemente, della diminuzione del livello di umidità. Queste condizioni impossibiliteranno i Paesi a mantenere le loro piantagioni di cacao, le cui piante purtroppo sono destinate a morire.
Il cambiamento climatico non rappresenta, però, l'unica causa della vicina estinzione del cacao: la domanda per questo bene, infatti, che è diventato ormai essenziale in diverse tradizioni del mondo, è aumentata. La crescita della domanda riguarda particolarmente il mercato asiatico e quello dei Paesi in via di sviluppo. Questo aumento nel consumo ha reso sempre più scarsa la materia prima, che in poco tempo potrebbe diventare un bene accessibile a pochi.
Una delle ricerche che ha riscosso più successo riguarda gli esperimenti condotti all'Università della California, in cui lo sviluppo delle piante avviene dapprima in serre refrigerate poi negli essiccatori. In questo modo, le piante di cacao saranno capaci di sopportare un aumento del clima.
Inoltre, Meyeong-Je Cho, il direttore del dipartimento di genomica vegetale, sta cercando di modificare il DNA del cacao per rendere le piante più resistenti ed economiche. Questa nuova tecnologia ha rappresentato uno sbocco per i Paesi in via di sviluppo, in cui il ruolo predominante che l'agricoltura ha nell'economia è stata fortemente intaccata dal cambiamento climatico.
Se questo investimento (con un costo totale di 1 miliardo) avesse successo, rappresenterebbe il futuro dell'industria ed eviterebbe una spesa inutile di soldi e tempo.
Un'altra linea d'azione nella salvaguardia del cacao riguarda la protezione delle micro-piantagioni a carattere familiare in Sud America. Ad esempio, Domori ha la sua produzione di cacao Criollo in Venezuela dove ne crescono ben dieci tipi diversi. Il cacao Trinitario, invece, è prodotto da piccoli contadini in Madagascar, Tanzania, Perù e Colombia. Il supporto fornito dai grandi produttori a queste realtà locali potrebbe rappresentare un nuovo sbocco nella produzione di cacao.
In conclusione, entrambe queste due soluzioni, per quanto opposte, potrebbero definitivamente salvare l'ingrediente più amato sulla terra!
Diletta Fazzuoli
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